Skitealp, LA GUIDA

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MATERIALI, TECNICA E SICUREZZA NELLO SKITEALP

In questa piccola guida vorrei chiarire un po’ di concetti degli attrezzi per quello che riguarda lo skitealp.

Parleremo di sci, di shape, di pesi, di attacchi, di scarponi, di pelli, di bastoni, di sicurezza e di tante cose che devono obbligatoriamente rientrare nel bagaglio cultural-sciatorio di chi va’ in montagna.

Gianvi

 


 

Indice

Gli Sci

Gli Attacchi

Gli Scarponi

I Bastoni

Le Pelli di Foca

Sicurezza in montagna


Gli Sci

Scegliere o consigliare l’ attrezzo ideale e’ praticamente impossibile come e’ impossibile avere un attrezzo che si comporti perfettamente 365 giorni all’ anno.
Ma con un po’ di conoscenza sui rocker, sulle larghezze, sui pesi ci si puo’ avvicinare parecchio ad avere un attrezzo magari non eccelso ma ottimo o molto buono in quasi ogni situazione.
Dividerei in due grandi mondi : attrezzi per salita e attrezzi per riding puro.
Per la salita, sci molto leggeri abbinati a scarponi leggeri, magari in carbonio, sono secondo me assolutamente da evitare, in quanto ottima prestazione mentre salgo ma poi … sono dolori : la scarpa e’ fredda, non prestazionale in termini di comodita’ e flex, le chiusure sono o morbida o stivaletto malese. Uno sci troppo leggero non da’ sensazione di grip mentre si contrasta il kite, uno sci con pochissima sciancratura (la curva laterale tra i due punti di appoggio anteriore e posteriore) puo’ essere indicato in salita e magari in contrasto al kite su neve dura, ma in discesa non e’ assolutamente prestazionale.
Come risultato, mi permetto di sconsigliare questo mondo di leggerezza e mi dirigeri su uno sci si’ leggero, ma pensato per divertirsi in discesa.
Un peso accettabile per uno sci per salire e per divertirsi in discesa si aggira intorno al 1,5 a sci …
Le forme al giorno d’oggi sono moltissime ma tutto parte da camber e rocker.
Il Camber e’ l’ altezza sotto al centro sci che si ha appoggiando lo sci su una superfice piana. Maggiore e’ l’ altezza, maggiore e’ la reattivita’ e tenuta dello sci su nevi dure ma naturalmente su nevi morbide un camber troppo accentuato non va’ bene, in quanto le punte hanno una tendenza naturale ad affondare.

traditional

Il camber puo’ essere 0, quindi avremo uno sci completamente piatto. Ma uno sci piatto non ha reattivita’ e in fresca affonda solo ad appoggiarlo.
Ecco allora nascere il rocker che in parole povere l’ innalzamento della punta e/o della coda anticipato rispetto al punto di contatto della lamina.
Da qui si apre un mondo immenso:
il Reverse Camber (o twin rocker) che ha Camber 0 e da appena davanti il puntale e appena dietro la talloniera, lo sci si incurva verso l’ alto. Si avra’ cosi’ uno sci molto surf feeling, ottimo in fresca ma con poca tenuta su nevi piu’ dure.

sci1

Il Front Rocker che abbina un leggero camber centrale a un rocker di punta e una coda tradizionale. Qui lo sci sara’ un ottimo compromesso per powder e nevi piu’ dure, in quanto la punta tende a galleggiare naturalmente e la coda tradizionale aiutera’ a dare l’ appooggio e la tenuta necessaria su nevi piu’ dure.

front roker
Il Double Rocker (o mustache) abbina il camber centrale al rocker anteriore e posteriore. Si avra’ uno sci piu’ prestazionale in fresca, in quando la coda e’ piu’ libera ma anche su nevi dure permette di divertirsi, in quanto si riesce sempre a dare una pressione, grazie al camber, nella zona posteriore dello sci.

camber

Altra forma degli ultimi anni e’ il Gullwing (o Dirty Mustache) dove si ha una molteplice combo di camber e rocker. In pratica un camber normale piatto al centro sci, con due micro camber prima dell’ inizio dei rocker. Questo permette di avere sempre uno sci molto surf style grazie alla parte centrale e i rocker, ma molto prestazionale anche sul duro, grazie alle pressioni esercitate dai due micro camber vicinissimi ai punti di contatto.

musta

Ma tutti questi shape, nulla sono se non relazionati a durezza dello sci e larghezza al centro.
Uno sci con shape traditional, deve essere abbastanza duro, altrimenti il camber non riesce a lavorare bene.
All’ opposto, un Twin Rocker puo’ avere la parte centrale piu’ dura per dare un pelo di tenuta in piu’ ma punta e coda devono essere super flexi, altrimenti abbiamo una gondola sotto i piedi.
Il Front avra’ una punta piu’ morbida e una coda piu’ rigida mentre il Mustache avra’ una parte centrale piu’ dura e punta e coda piu’ morbide.
Il Dirty sara’ uno sci con durezza importante, in quanto derivato dal traditional, con punta e coda piu’ morbide.
Ricordate sempre che uno sci troppo molle e’ si forse piu’ facile, ma stanca molto di piu’ le gambe.
Le larghezze sono un’ altra filosofia : si stanno un po’ abbandonando larghezze esagerate di 140 mm e piu’ al centro a scapito di sci piu’ “Stretti” (110/120 mm) ma piu’ lunghi. In questa maniera, avendo una punta rockerata piu’ lunga, si ha un miglior galleggiamento in fresca, una coda piu’ lunga ci aiuta nell’ uscita di curva e negli atterraggi dai cliffoni, la superfice di contatto dello sci varia di poco ma abbiamo piu’ lamina in caso di neve piu’ dura.
Ora quindi ci si chiedera’ : ma quale sci prendere ??
Io personalmente li ho provati tutti questi shape e quelli che si adattano di piu’ al mio stile sono il Front e il Mustache, con durezza medio/dura e larghezza al centro di non meno di 115 mm. Mi permettono di essere aggressivo quando serve, di avere una ottima tenuta anche sul ripido ma soprattutto in powder … vanno da soli.

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Gli Attacchi

Altra scelta “difficile” e’ quella di prendere l’ attacco che riesca a combinare la sicurezza, il peso, le prestazioni da adattare al proprio riding.
Una cosa molto importante da tenere conto durante la scelta e’ soprattutto la taratura della molla, altrimenti detta scala DIN (che deve essere sempre rapportata al peso del rider : valori piu’ alti di DIN significano molle piu’ dure e di conseguenza un attacco piu’ prestazionale a reggere grandi sollecitazioni.

SCALA DIN ATTACCHI SCI

Uomo (kg) Donna (kg) Scala DIN
10 10 1
15 15 1
20 20 1.5
25 25 2
30 30 2.5
35 35 2.5
40 40 3
45 45 3.5
50 50 4
55 60 4.5
60 70 5
70 90 5.5
75   6
80   6.5
85   6.5
90   7
95   7.5
100   8


Prendiamo come esempio un rider medio dal peso di 80 kg (quindi almeno 90kg vestito).

La scala DIN mi dice che il mio attacco deve essere regolato intorno al 7 per una sciata normale.
Ma se si pratica Freeride o si scende veloci su nevi dure, dove vibrazioni o sollecitazioni portano le mie forze ben oltre ai 90Kg del mio peso, si puo’ “quasi” tranquillamente aumentare e portarsi su valori piu’ alti.
Usando il kite, si hanno delle sollecitazioni non normali sull’ attacco, in quanto siamo praticamente sempre in lamina e lo sforzo e’ di contrasto laterale, molto diverso da quello che e’ una conduzione di una curva mentre scendo.
Per questo mi sento di consigliare una taratura, soprattutto per il puntale, leggermente piu’ alta per non perdere uno sci mentre sto’ contrastando il kite.

Le TRE grandi famiglie : Discesa, Freeride, Ski Alp.

Attacco da Discesa : e’ l’ attacco piu’ diffuso, facilissimo da calzare, con tarature fin oltre i 20 DIN.
Da preferire attacchi che hanno possibilità di spostare sia puntale che talloniera (tipo quelli da noleggio, per intenderci) perche’ a seconda della neve o della salita che mi accingo a fare posso decidere se arretrare magari un poco gli attacchi per facilitare il galleggiamento.
Lo consiglio a chi non ha velleità di salite con le pelli e a chi vuole salire ma sempre senza avventurarsi in gite lontano da strade o impianti o discese. Perche’?
Per il semplice motivo che se salgo, mi allontano, magari percorro qualche bel pianoro e poi quando sono in cima o in fondo a una valletta … finisce il vento … si rischia di dover chiamare l’ elicottero per riuscire a tornare alla civilta’.
Tutti gli attacchi da discesa sono normati per le suole DIN, quelle classiche degli scarponi da discesa.
Quindi uno scarpone da sci alpinismo, con suola in Vibram e magari anche un po’ incurvata per facilitare la camminata, non vanno bene per questa tipologia di attacchi. La suola creerebbe troppi attriti sui punti di contatto, sfalsando completamente i valori di sgancio.
I prezzi variano moltissimo sia per la marca ma soprattutto per la molla DIN che montano.

Attacco da Freeride : sono tutti quegli attacchi che permettono di avere ottime performance di sicurezza, molle DIN alte ma soprattutto permettono di camminare, grazie a un pivot (snodo) nella parte anteriore dell’ attacco.
Non richiedono particolari accorgimenti sullo scarpone, in pratica qualsiasi scarpone puo’ essere usato, sia DIN che Alpinistico.
Ci sono due sottocategorie :

a. Con piastra a contatto con lo sci: attacco molto piu’ solido, annulla praticamente ogni torsione laterale di attacco+scarpone, molto prestazionale in discesa. 

I piu’ moderni , affidabili e famosi sono : Salomon Guardian , Atomic Tracker, Marker Duke e Baron. Per il passaggio da modalita’ salita a discesa e viceversa, con Marker ci si deve togliere lo sci, con Salomon e Atomic no.

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b. Con barra di collegamento rialzata : maggiore torsione laterale, piu’ performante in salita grazie al pivot piu’ vicino o addirittura sotto la punta dello scarpone.

Per il passaggio da modalita’ salita a discesa e viceversa, non ci si deve togliere lo sci.
I piu’ famosi : Silvretta Pure, Fritsci Freeride Pro

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Attacco da Ski-Alp : tralascio per ovvi motivi tutto quello che e’ race, con pesi piuma e tutte le problematiche associate.
In questa categoria inserisco tutti gli attacchi che necessitano un particolare accorgimento sullo scarpone per poter essere usati : parliamo del famoso Attacchino !!!
Due boccole sulla punta dello scarpone e due intagli nel tacco permettono di usare questo attacco : leggerissimo, il meglio per camminare, ottime prestazioni in discesa.
Per quello che riguarda il peso e’ cio’ che di piu’ leggero c’e’ sul mercato (non faccio le distinzioni tra una marca e l’ altra per qualche grammo di differenza) e rispetto alla categoria Freeride si parla anche di 1 kg in meno per sci.

Il meglio per camminare perche’:

  • Quando salgo, la talloniera rimane sullo sci a differenza dei Freeride che ad ogni passo alzo la talloniera (quindi peso) insieme allo scarpone.
  • Il pivot e’ perfettamente allineato positivamente con lo scarpone, quindi ho una fase passiva (alzo dello scarpone) che si trasforma in attiva dopo meta’ movimento (spinta della scarpa).
  • Se abbinato a un buon scarpone, e’ la camminata piu’ “naturale” che esista.
  • Per passare da modalita’ salita a modalita’ discesa, basta ruotare la talloniera.


Quindi tutti penserebbero che l’ attacchino e’ il must, il perfetto … emhh … non proprio!!

  • Un punto negativo e’ la non facilissima calzata, specialmente in nevi fonde.
  • Altro punto critico e il no-slide (e quindi no adattamento) della talloniera alle sollecitazioni di piegamento dello sci (solo i due perni scorrono leggermente nello scarpone).
  • L’attacchino ha la sicurezza solo sulla talloniera, dove due molle regolano lo sgancio laterale e quello frontale; il puntale e’ totalmente passivo; quindi in caso di caduta, prima sgancia la talloniera e poi il puntale, a differenza delle altre due categorie dove puntale e talloniera lavorano al 100% insieme.
  • Richiede una scarpone dedicato
  • Per passare da modalita’ discesa a modalita’salita si deve togliere lo sci

Per l’uso kite e’ obbligatorio salire di DIN e gli unici al momento sono : Dynafit Radical ST10, Dynafit Radical FT12, PHK FLY 10 o 12, ATK Raider 12.

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tr6

OBBLIGATORIO scegliere modelli con lo ski-stopper, assolutamente da evitare il laccetto sia perche’ e’ scomodissimo da allacciare/sganciare con il kite in volo, sia perche’ in caso di caduta lo sci rischia di venirci in testa.


Quindi, che attacco compro??
Se ho intenzione di pellare molto alla ricerca di spot la scelta deve orientarsi piu’ verso l’ attacchino; se invece voglio avere la sicurezza di tornare a casa se rimango senza vento o per salire appena un po’ per arrivare sul costone e da li poi partire in kite, un Freeride va’ benissimo. Se invece ho la fortuna di avere uno spot che scendo dalla macchina, stendo il kite e parto … attacchi da discesa.

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Gli Scarponi

Altro campo minato e’ la giusta scelta della scarpone che deve proteggerci dal freddo, essere prestazionale, avere un buon grip di suola, magari multifunzionale (possibilita’ di camminata) ma soprattutto comodo per il nostro piede !!!

Partirei dal concetto che uno scarpone puo’ essere cio’ che c’e’ di meglio sul mercato, il piu’ tecnologico, il piu’ …, il piu’ … ma se il nostro piede e’ scomodo, dopo 5 minuti formicola … purtroppo dobbiamo rivolgere la nostra scelta in altra direzione.

Quindi primo fattore di scelta deve essere la comodità. Un piede comodo significa averlo sempre in temperatura, sentire ciò’ che lo sci ci trasmette, essere più aggressivi nella conduzione e soprattutto non entrare “zoppicando” in rifugio.
Le case produttrici ci aiutano un po’ proponendo alcuni modelli con diversa larghezza di pianta (in gergo LAST) : chi ha una pianta larga sceglierà’ dei LAST di almeno 100-103 mm, piante piu’ strette possono scegliere 94-95.
Il LAST e’ molto importante in quanto e’ quello che “tiene” il piede nella parte anteriore senza dover chiudere i ganci con pressioni esagerate, con conseguente stop della circolazione sanguigna, quindi formiche sicure e piedi in dolore dopo pochi minuti.

Il secondo fattore di scelta e’ la durezza dello scarpone (in gergo il FLEX). Un Flex 100 e’ indicato per un rider leggero, un Flex 130 e’ adatto a una sciata di potenza. Ma non fidatevi del numero scritto sulla scarpa, provate lo scarpone, provate la sua flessione e cercate di capire se puo’ impedirvi il vostro naturale movimento.
N.B. Ricordate che la prova in negozio e’ abbastanza empirica, in quanto le plastiche sono studiate e calibrate per lavorare a temperature di montagna, non di negozio. Quindi se in negozio lo sentite appena “molliccio” a 20°, una volta che siete in montagna magari a -20° la stessa scarpa diventera’ molto piu’ dura!!

Altro fattore essenziale per la tenuta del piede e’ il numero di ganci presenti : normalmente sono a 3 o 4 ganci. Mio consiglio e’ di orientarsi verso un 4 ganci (due sul piede e due sul gambale), in quanto si puo’ tarare quasi alla perfezione le pressioni di tenuta. Quasi tutti presentano in cima al gambale una fascia di velcro (Power Strap) per chiudere al massimo il gambale attorno al polpaccio.

Da non sottovalutare la presenza di extra regolazioni quali il Canting, il Walk e le solette intercambiali.

--- Il Canting permette di regolare il gambale per adattarsi alla normale curvatura della parte inferiore della gamba. Senza il Canting, un rider che ha le gambe arcuate o il ginocchio valgo non appoggerebbe lo scarpone in piano, ma sull’ esterno o sull’ interno : il Canting opportunamente regolato ci permette di avere lo scarpone perfettamente in piano, con conseguente perfetta distribuzione degli sforzi.

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Ginocchio aperto, appoggio su esterno del piede: Spostare il gambale verso il basso esternamente e verso l’ alto internamente

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Ginocchio Valgo, appoggio sull’ interno del piede: Spostare il gambale verso l’ alto esternamente e verso il basso internamente.

Controllate sempre dopo le regolazioni che la suola dello scarpone sia in appoggio piano

--- Il Walk e’ un gancio, normalmente posto nella parte posteriore dello scarpone, che permette di sganciare il gambale dalla posizione fissa e renderlo quindi mobile sia per camminare piu’ facilmente ma soprattutto per poterlo usare in sci-alpinismo.

--- Le solette intercambiabili permettono di avere lo stesso scarpone che potra’ adattarsi agli attacchi da discesa (usando la suola piana DIN), agli attacchi da Freeride (usando la suola Vibram), agli attacchi Ski-Alp (usando le suole con integrazioni Dynafit).

Gli scarponi si dividono (come gli attacchi) in scarponi da Discesa, da Freeride e da Ski Alp.

Gli Scarponi da discesa

Sono generalmente scarponi piu’ duri, piu’ alti e pesanti, a 4 ganci.
Da preferire se l’utilizzo non comporta camminate.

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Gli Scarponi da Freeride
Presentano di serie il Walk con media escursione, hanno 3 o 4 ganci, altezza medio/alta, peso medio/alto, durezza dai 100 ai 130. Il Fit e’ comodo e caldo.
Molti modelli presentano Canting e solette intercambiali e addirittura soletta Din con gia’ la predisposizione Dynafit.
Sono scarponi che nascono per un uso discesa ma permettono grazie al WALK, l’ uso sci-alpinistico leggero, dato il peso importante.
Power Strap importantissima, in quanto in fase di Walk, si puo’ ammorbidire la parte superiore del gambale.

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Lo Scarpone da Ski-Alp
Anche in questo caso non considero l’estremo (scarponi in carbonio dal peso di una infradito).
I modelli adatti al nostro uso di Kite-Alper saranno modelli si piu’ leggeri rispetto ai modelli Freeride, ma con caratteristiche tali da permetterci di usare lo sci sia per risalire con le pelli ma soprattutto sia per poterlo poi usare con il kite e poi per poter scendere i pendii, se no cosa siamo andati a fare fin lassu’ ???
Quindi 4 ganci, Walk, Power Strap, Canting, Suola Vibram incurvata, Flex intorno ai 120, una grande escursione del gambale … il tutto unito a un peso leggero e’ sara’ il perfetto compromesso per salire e divertirsi poi.

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Il peso per una buon Scarpone da Kite Ski-Alp dovrebbe aggirarsi sui 1,3/1,5 kg (a differenza di un Freeride che pesa circa 2,0/2,3 kg.).

Permettetemi questo calcolo : lo’ so che pensate che 500 grammi sono pochi, ma se pensiamo a fare 1 km = 1000 passi x 500 gr = 500 kg in meno che abbiamo alzato e 1000 kg(500gr a scarpone x 2 scarponi) in meno che abbiamo portato a spasso.
In piu’ se lo abbiniamo a un combo di attacco leggero e sci leggero, dove si va’ tranquillamente a risparmiare circa 2 kg per piede … sugli stessi 1000 passi si va’ a risparmiare circa 2000 kg …

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I Bastoni

bast1Se ci avventuriamo a far Kite in Backcountry o se si sale con le pelli, i bastoni sono un bagaglio obbligatorio da portare con noi.
Naturalmente non possiamo metterci nello zaino bastoni lunghi 130 cm, in quanto intralcerebbero ogni nostro movimento.
Quindi la nostra scelta dovra’ rivolgersi verso bastoni telescopici in tre sezioni che una volta chiusi avranno all’ incirca una lunghezza di 50 cm, quindi facilmente riponibili nello zaino.
Le sezioni devono essere molto solide e tra i migliori mi sento di consigliarvi i Fat Can, oltretutto di produzione italiana, con diametro maggiorato, alluminio (quindi molto leggeri), con grafiche Kite Style : le sezioni si avvitano una dentro l’ altra e la giunzione e’ perfetta.
Pochi danno importanza alla rotella che si trova in fondo al bastone, mentre e’ un particolare importantissimo per il Freeride : una rondella troppo piccola e’ praticamente inservibile in neve fresca e quando andiamo a puntare il bastone, sprofonda senza dare un minimo di appoggio.
Quindi sul nostro bastone montiamo una rondella con un raggio di almeno 90/100 mm di diametro : ha un buona presa su neve fresca e anche su neve dura non intralcia la presa del bastone.

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Le Pelli di Foca

Le Pelli di foca per fortuna … non sono piu’ di foca ma di Mohair, un tessuto plastico con le migliori qualita’ di tenuta e scivolamento : questi sono i due fattori che diversificano una pelle buona da una scadente.
pel1Le pelli “tengono e scivolano” grazie al pelo direzionale posto a contatto della neve..
Un pelo piu’ lungo da maggior tenuta e minor scorrevolezza, un pelo piu’ corto il contrario.
Passiamo un dito nella direzione punta/coda tra due pelli diverse e si capisce subito quella che scorre di piu’ o di meno.
Lo stesso per la tenuta : basta passare il dito nella direzione inversa.
Una pelle buona deve mixare la tenuta e lo scivolamento, in quanto anche se una pelle mi permette di salire un pendio sulla massima pendenza senza scivolare indietro ma quando vado a richiamare lo sci, lo sci fatica a scorrere sulla neve … la fatica e’ doppia.
Lo scivolamento di una pelle lo si apprezza moltissimo nelle piccole discese ma soprattutto nei piani o nei lunghi falsipiani dove una pelle scorrevole ci permette di risparmiare forze preziose e molto tempo di percorrenza.

Il tipo di pelle deve essere relazionata al tipo di sci che andremo ad usare :

  • Se useremo uno sci stretto (70/80 mm al centro), andremo a ricercare una pelle con piu’ tenuta in quanto avremo una superfice di appoggio ridotta ed appena necessaria a tenere il nostro peso.
  • Se useremo uno sci piu’ largo (110/115 mm al centro) andremo a ricercare una pelle con maggior scorrevolezza, visto che di superfice di tenuta ne avremo in abbondanza.

Esistono anche pelli in due strisce, che ci permettono di usarle su piu’ sci. pel2
Molto utile se il nostro quiver comprende piu’ sci con larghezze differenti : questa pelle e’ praticamente universale.
E’ indicata su sci larghi dove si risparmia parecchio peso ma la resa e’ minore rispetto alla pelle classica.

Naturalmente la scelta deve essere sulle pelli con colla adesiva.
Vi consiglio di allenarvi a casa a mettere e togliere le pelli dagli sci : e’ un’ operazione facile, ma in cima a una montagna, magari con vento forte e a -10° tutte le cose semplici … diventano difficili.

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Sicurezza in Montagna

Come ben sapete nonostante i bolletini valanghe, le mille precauzioni, il leggere i pendii e tutti gli accorgimenti che si possono prendere siamo sempre, durante le nostre gite, in un ambiente “ostile” anche se ci regala sensazioni esagerate. Che cosa possiamo fare per cercare di risolvere pericoli che si innescano in un secondo ? Possiamo dividere i pericoli in due grandi famiglie : pericolo di montagna (valanghe, crepacci, maltempo, …) e pericolo di infortunio.

Pericoli di montagna

Prima di avventurarsi in una qualsiasi gita skitealp, e’ obbligatorio consultare e interpretare correttamente il bollettino valanghe e i bollettini meteo della zona. Prendo come esempio il Bollettino Valanghe Piemonte. Il bollettino ha una parte descrittiva delle condizioni degli ultimi giorni riguardo a venti, precipitazioni, temperature e una parte grafica che anche se di facile interpretazione, deve essere ben capita.

bollettino1

Nella riga superiore, tutti i dati di riferimento della stesura del bollettino : numero, data, validita’, … SITUAZIONE : molto importante, perche’ da’ un’idea immediata del pericolo. 

MAPPA : sulla destra troviamo la mappa della regione interessata, suddivisa per le varie zone alpine.

sicurezzamappa

La mappa da’ un’idea veloce del pericolo globale presente e previsto per le prox 48 ore. Vediamo che abbiamo un rischio 4 nelle zone a piu’ a nord e un rischio 3 piu’ a ovest. A sud e a NordEst abbiamo un rischio 3 in aumento, visto che c’e’ una freccia blu a lato del numero. Ricordiamoci che non esiste una linea netta tra una zona di pericolo e un’ altra !!!

Le tre immagini dei punti cardinali sono forse la parte piu’ importante perché identificano l’ esposizione dei pendii e l’ altezza delle zone di maggior pericolo. Colore scuro=pericolo

mappacardinali

Questa figura dice che : tra i 1900 e 2300 mt i pendii rivolti da NE a NW ( passando da Sud) presentano un potenziale pericolo. Sopra i 2300 mt il pericolo interessa tutti i versanti.

La tabella con le precipitazioni degli ultimi giorni e il totale accumulato, da’ l’idea della quantità di neve che si incontrerà sulla spot. Nella parte centrale del Bollettino : la descrizione del manto nevoso, dei venti e del rilevamento di valanghe gia’ cadute. In basso, la previsione per i giorni successivi. Qui i link al : BOLLETTINO SVIZZERO SLF - Guida Prevenzione Valanghe

A questo punto, si pensera’ : ok, allora vado al di sotto dei 2300mt su versanti Nord e sono tranquillo. NO!! Il bollettino evidenzia le zone a maggior rischio, ma non dice che nelle altre il rischio non esiste, dice che e’ solo minore. Quindi servono altre cose per prevenire e per uscire da situazioni di pericolo. Innanzitutto la conoscenza dei posti : sapere che quel pendio e’ soggetto a stacchi spontanei, sapere che quel pendio presenta falde acquifere, sapere che quel pendio ha dei massi che aiutano a trattenere il manto nevoso, sapere che quel pendio negli anni passati e’ stato soggetto a eventi valanghivi arrivati da piu’ in alto, etc etc. Ma come si fa’ a sapere tutte queste cose ? semplice, chiedendo ai local e informandosi. E soprattutto se vediamo che un Pendio Y e’ intonso e che le tracce sono solo sul pendio X … stiamo sul pendio X !!!

Apparecchiature di sicurezza

Passiamo adesso a vedere le apparecchiature che nonostante tutte le nostre precauzioni, possono salvarci la pelle in caso di una valanga.

Innanzitutto E’ OBBLIGATORIO indossare l’ARTVA, il sistema radio che permette di essere trovati e di cercare un sepolto. Non faro’ qui una guida sull’ utilizzo, in quanto in rete ci sono milioni di pagine per questo, ma vi elenchero’ le varie tipologie di apparecchiature in commercio. Gli ARTVA sono suddivisi in : Analogici e Digital. Alcuni espertissimi ancora preferiscono l’ Analogico : in effetti molto preciso ma di difficile utilizzo, in quanto si segue un suono (BIP) senza nessun aiuto visivo sull’ apparecchio e si lavora di fino sull’ intensita’ del segnale, filtrandolo e abbassandolo man mano che ci avviciniamo al sepolto. Lo sconsiglio vivamente in quanto molto difficile da utilizzare. I Digitali moderni sono stati studiati per eliminare le limitazioni di utilizzo dell’ Analogico, inserendo un display che nella maggior parte dei casi ci illustra, in fase di ricerca, direzione e distanza dal sepolto e se ci sono piu’ sepolti. In poche parole, nel momento che vado in modalita’ ricerca, una volta agganciato il segnale sul display una freccia ci indica la direzione e un numero la distanza dal target. Molta differenza la fa’ il numero di antenne di cui e’ dotato l’ apparecchio. Con tre antenne, la triangolazione del segnale ricevuto e’ piu’ precisa e cio’ permette una piu’ sicura e veloce ricerca. Con due e una antenna, la triangolazione viene effettuata lo stesso ma con minor precisione e velocita’ (la velocita’ di elaborazione del segnale e’ pero’ anche dovuta al processore interno) e in zone con molti ostacoli (alberi, rocce, cumuli di neve, … ) possono avere dei piccoli problemi. Quindi il mio consiglio e’ per l’acquisto di dirigersi verso un tre antenne, magari non il top di gamma che ha prezzi decisamente piu’ alti rispetto a un tre antenne entry level. Come Entry Level mi sento di consigliarvi il modello EVO 3+ della ditta Arva, con un rapporto qualita’ prezzo eccellente. Nella fascia piu’ alta di prezzo molti sono quelli performanti : Mammut, Pieps, Ortovox, Arva, …

Ricordatevi sempre che un ottimo ARTVA a nulla serve se non lo sappiamo usare, quindi non e’ un apparecchio che si compra e all’ occorrenza si usa ma necessita di una continua esercitazione per essere pronti, nel momento di reale utilizzo, ad adoperarlo al massimo delle sue potenzialita’ entro i fatidici 15 minuti di finestra temporale per avere buone possibilita’ di estrarre il sepolto vivo. Ci sono parecchi corsi organizzati da guide, soccorso alpino, Cai e vi consiglio vivamente di parteciparVi. Naturalmente non sto’ a dirvi che l’ ARTVA non va’ messo nello zaino ma indossato sotto la felpa, lo sapevate gia’, giusto ??

Avere un ARTVA e non avere Pala e Sonda significa … Trovare il sepolto e non poterlo estrarre. Quindi OBBLIGATORIO avere anche questi due attrezzi, evitando assolutamente le pale in Lexan che dopo due palate in neve dura tendono a rompersi e sonde da 1,50mt finissime. Pala in metallo light e sonda da 2,40mt pesano 100 grammi in piu’ … e per salvare la vita del vostro compagno … penso che si possano anche portare nello zaino. Altra cosa molto importante che vi viene spiegata in un corso e’ la tecnica di scavata, che sembra una cosa banale, ma se non sapete come gestirla, in un attimo vi ritrovate sepolti voi dalla neve che avete mosso.(vedi piu’ sotto il disegno)

ZAINI AIRBAG Un altro apparecchio utilissimo in montagna e’ lo zaino AirBag. Si tratta di uno zaino con all’ interno uno o due palloni, che in caso di valanga, vengono gonfiati attraverso il tiro di una maniglia, da una bombola ad alta pressione. I palloni fuoriescono dallo zaino e aiutano il malcapitato a cercare di galleggiare sulla neve in movimento, in modo di tenerlo in superfice una volta che la massa nevosa si ferma. Posso affermare che lo Zaino AirBag funziona nel 95% dei casi e ha gia’ salvato moltissime vite, ma non deve passare il messaggio che “Ho lo zaino e sono Superman”. NO, ho lo zaino e se per caso sbaglio una valutazione e mi trovo nei casini, ho una cosa in piu’ per cercare di portare a casa la pelle : questo e’ il messaggio !!! Ci sono 4 sistemi al momento in commercio :

ABS – due palloni laterali e attivazione attraverso maniglia con bombola di precarica. Molte ditte propongono il loro zaino con integrato il sistema ABS:

abs

SNOWPULSE – un pallone che oltre che galleggiare, protegge la testa e la parte anteriore del corpo da urti. Ferrino usa lo stesso sistema sullo zaino Cybersafe:

snowpulse

BCA – un pallone a cuscino dietro alla testa:

bca

SCOTT ALPRIDE – Un pallone laterale e superiore – Molto leggero:

scott

Black Diamond JETFORCE – un pallone – nuovo sistema di gonfiaggio non con cartuccia ad aria ma con ventola elettrica:

jetforce

SISTEMA ROTAUF

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ROTAUF e’ invece un sistema di avvistamento : si tratta di un pallone del diametro di circa 40 cm che viene gonfiato ad aria compressa ed e’ riposto in una custodia sulla coscia. In caso di valanga, si estrae il pallone, che e’ solidamento collegato al rider con un cavo di 5mt, che si autogonfia e galleggia sulla superfice della valanga. In caso di seppellimento, basta individuare il pallone e di conseguenza sappiamo gia’ dove e’ il sepolto. Utilissimo in quanto azzera la fase iniziale di ricerca ARTVA : individuato il pallone, si mette ARTVA in ricerca e ci si dirige verso il pallone e siamo gia’ sopra al sepolto:

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SISTEMA AVALUNG

AVALUNG e’ un sistema che permette, attraverso un boccaglio, di respirare perfettamente sotto alla neve allungando di molto le possibilità di sopravvivenza del sepolto, andando ben oltre i 15 minuti. Il sistema puo’ essere autonomo, nel senso che puo’ essere indossato sotto giacca, o integrato in uno zaino predisposto.

avalung

Tutti i sitemi sopra elencati rientrano nella categoria dell’ autosoccorso, in quanto sono io o miei compagni di gita a cercare immediatamente di risolvere la situazione di pericolo.

Il sistema RECCO, una piastrina magnetica cucita nelle giacche e/o nei pantaloni di moltissimi capi tecnici da montagna, permette si’ il ritrovamento ma richiede l’ intervento di terze parti (soccorso alpino, elicottero) muniti dell’ apposito sistema ricevente. Cio’ comporta un ritardo assoluto nella ricerca, andando subito oltre i 15 minuti di default.

Cosa fare in caso di valanga

Le cose da fare in caso di valanga sono :

- seguire sempre con la vista il malcapitato, non perdendolo mai in modo da sapere in linea di massima il punto da cui iniziare la ricerca.

- Chiamare immediatamente il 118 per allertare e far partire i soccorsi

- Mettere ARTVA in ricezione e avvicinarsi all’ ultimo punto dove si e’ visto il travolto

- Scandagliare la valanga a zig zag con apertura di 20 metri alla ricerca del segnale ARTVA

- Una volta intercettato il segnale seguirlo e una volta sopra, iniziare a sondare

- Una volta certi della posizione, iniziare a scavare ed estrarre il sepolto.

- Adagiarlo su un telo termico, liberargli le vie respiratorie e accertarsi che sia cosciente.

- Nel frattempo dovrebbero essere arrivati i soccorsi e voi vi fate immediatamente da parte, lasciando a loro il compito di fare tutti i controlli del caso.

Tecnica di scavata:

tecnicascavata

Il paletto arancio (sonda) indica la posizione del sepolto. Si scava sempre dal basso verso l’alto, allargando un po’ lo scavo e se si e’ piu’ di una persona, una o due sono addetti a scavare mentre gli altri puliscono la neve mossa spostandola dietro. In questo modo si arriva al sepolto dal lato e si ha immediatamente accesso alle sue vie respiratorie e spazio per eventuali medicazioni.

Pericoli di Infortunio

Sono della stessa portata e piu’ frequenti che i pericoli di montagna, in quanto basta un sasso, una curva fatta male, una banale caduta a far si che ci si faccia male, poco o tanto, ma sempre una situazione di pericolo e’. Nel caso di fratture e/o di incoscienza immediatamente cercare di togliere gli sci senza far fare sforzi al ferito. Adagiarlo e avvolgerlo in un telo termico. Chiamare immediatamente i soccorsi. Se la ferita e’ lieve ma deve essere trasportato a valle con elicottero, valutare se spostare il ferito in una zona piu’ facile all’ atterraggio dell’ elicottero, per risparmiare tempo prezioso al suo arrivo. Tutte queste cose di pericolo non devono far desistere dall’ andare in montagna, ma devono farci andare con piu’ TESTA !!!

Ricordiamoci inoltre dell'aumentato rischio oltre i 3000 mt di altitudine del mal di montagna (AMS o acute mountain sickness), ben descritta in Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Mal_di_montagna

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